Echi Marini

Avaro mare
Onde d’avorio l’arenale
Muggini ed aguglie

In branchi a pelo d’acqua
In un liquame di bottiglia.
Pagliuzze di posidonia
L’iride del litorale.

 

Pesa
Sull’acqua piatta
Come spago teso
Un cielo intorbidito
Rimescolato nel fumo del camino.
Un cielo d’inverno vago
Di nostalgie sopite
Nella vecchia cucina
Della nonna.

Maioliche
Anticate dal fumo dei fornelli
Esotismi d’alghe e spezie
Impressi alle pareti e
Lunghi e lassi giorni lieti
D’infinito e sogni senza sonno
Che ninnano il mio canto di
Megattera.

Dolce e struggente
Gemente strazio
Che non mi lascia addormentare.